
Pietro, non ancora compiuti i nove anni, inizia a lavorare tutti i pomeriggi, dopo essere uscito da scuola, e continuerà a lavorare ininterrottamente fino ad oggi compreso.
Buccinnà Pietro è nato ad Albenga, in provincia di Savona, il 29 giugno 1964. Quarto genito di una famiglia Calabrese emigrata al nord agl’inizi degli anni cinquanta.
Il padre dopo aver combattuto nella seconda guerra mondiale ed essere stato prigioniero nei lager tedeschi, è costretto a lasciare la sua terra per poter dare un futuro dignitoso alla sua famiglia. Essere dei meridionali in Liguria nel dopoguerra significava essere dei terroni in terra straniera, quindi per potersi riscattare ed avere un ruolo sociale riconosciuto, l’onestà, l’educazione e il lavoro, diventano il pilastro portante della famiglia.
Dopo la scuola dell’obbligo, gli viene impedito di proseguire gli studi, ed è obbligato a lavorare, in alcuni periodi fino a quindici o sedici ore al giorno
Nonostante l’impegno lavorativo, riesce a evadere con la mente buttandosi a capofitto nella lettura. Divora i grandi classici, e gli autori come Hemingway, Shakespeare, e la letteratura storica. Questo lo porterà a riprendere gli studi di nascosto alla sua famiglia, riuscendosi a diplomare e in seguito a laurearsi in Storia moderna e contemporanea.
Sarà proprio la ricerca spasmodica di raggiungere delle vette, che gli permetterà di isolarsi e di pensare. Nelle lunghe camminate e nel silenzio nasceranno le idee per i suoi romanzi. Nei primi mesi del 2020 sarà ricoverato con una polmonite da covid, ma proprio per dimostrare a se stesso che l’uomo può essere più forte di una malattia, pochi mesi dopo, nonostante il parere negativo dei medici, scala alcuni 4000 tra cui il Monte Bianco, senza riportare alcuna conseguenza.
All’età di diciassette anni, dopo un tentativo di suicidio, anche questo tenuto nascosto alla sua famiglia, decide di arruolarsi e dopo un paio di mesi entra nella scuola militare di paracadutismo. Un anno nella Folgore lo aiuta a comprendere chi sia davvero, e quali capacità e possibilità possa avere. Un mese prima del congedo, fugge dall’Italia insieme a un commilitone per arruolarsi nella Legione Straniera, ma grazie ad un consiglio di un sottufficiale rientrano nel paese in attesa del congedo Italiano, contrariamente sarebbero stati disertori. Non tornerà più in Francia perché il ritorno a casa gli aprirà altre prospettive.
Il lavoro gli permette di essere indipendente già a diciannove anni, e come già detto sport e cultura continuano a viaggiare insieme, ma a loro si unisce l’amore.
Tutto questo riempie troppo le giornate, e per non perdere nulla impara a dormire l’indispensabile. Proprio la ricerca di amore lo porterà a esplorare un mondo fino a quel momento a lui sconosciuto, passando da sentimenti forti, ancora immaturo da gestire, fino alla curiosità malata del mondo del sesso, che lo vedrà prostituirsi per un periodo. Questo però gli permette di conoscere il mondo femminile, e di imparare molto. Solo in tarda età conoscerà il vero amore, con cui è felicemente sposato.
E’ nel periodo universitario, che un docente sottolinea il suo modo interessante di descrivere gli avvenimenti, e consigliandogli di trasformare la sua tesi in un romanzo. La cosa non viene subito presa in considerazione, ma alcuni anni dopo decide di onorare suo padre, scrivendo il suo primo libro “ Come soldati di cartone sotto la pioggia”. La storia è quella del suo genitore e dell’esperienza nei campi di concentramento nazisti. Il Libro è subito premiato come opera migliore al concorso letterario Federico Garcia Lorca, e riceverà anche il premio Aldo Cappelli come miglior romanzo storico.
Il piacere di scrivere, si unisce al resto delle passioni. Esce “ Uomini e basta” Premiato a Firenze al concorso Parole in transito e con la Targa Milano al Milano International. Successivamente viene pubblicato “ Ego te absolvo in nomine caritate” finalista al concorso autori italiani durante la fiera del Libro di Torino 2024. Segue “ Non ci resta che vivere “ vincitore del premio speciale della giuria al Pegasus Literary Howards, e riconoscimento di merito al premio Switzerland.
Oggi, Pietro oltre ad essere un pensionato è un istruttore sportivo, ma non più come lavoratore, ma come uomo appassionato del suo mestiere.
